Ieri ci siamo ritrovate per l'ultimo incontro di psicodramma. Riprenderemo a settembre.
Questa esperienza dello psicodramma, vi ho già detto, mi è stata di grande aiuto.
Innanzitutto, è stato importante dimostrare a me stessa di essere in grado di prendermi cura di me, dedicandomi del tempo. E poi, grazie alla guida e allo spessore umano e culturale di Marta, la nostra psicoterapeuta, sto ritrovando la mia filosofia di vita, che indosso come fosse una bellissima collana di perline: ogni perlina rappresenta un piccolo passo verso la consapevolezza.
Mancano ancora perline a questa collana?
Che ne manchino ancora non c'è dubbio. Anche se devo dire che sono abbastanza soddisfatta di me e del grado di consapevolezza che ho raggiunto in questi faticosi quarant'anni. Sarebbe proprio un peccato che, capite tutte queste belle cose preziose sulla vita, io debba uscire di scena proprio ora, no? :-)
Detto questo, quali mancano?
Lo psicodramma mi sta facendo riflettere sul legame tra la malattia e il disagio interiore. Mi spiego: Marta crede profondamente che esista una relazione tra il cancro e il nostro malessere interiore. Ed io sono abbastanza d'accordo con lei. Nel senso che, in cuor mio, a livello di sensazione, ho sempre pensato, che i dolori della mia vita (che sono stati tanti, troppi), prima o poi avrebbero bussato alla porta sotto forma di malattia.
Detto questo, nel mio caso, però, la malattia è arrivata in uno dei momenti più belli della mia vita, cioè subito dopo la maternità. Quindi, alla domanda "perché ora?", io non so dare una risposta che mi soddisfi.
E a questa riflessione sulla asincronia del cancro rispetto ai miei disagi interiori, aggancio una ulteriore riflessione. Può un disagio interiore, da solo, provocare il cancro? Può un grosso lutto provocare il cancro? Possono uno o tanti dolori della vita provocare un cancro?
E se la risposta fosse affermativa, quali sarebbero i dolori (oppure il dolore) che mi ha fatto ammalare?
E se la risposta fosse affermativa, quali sarebbero i dolori (oppure il dolore) che mi ha fatto ammalare?
Io non sono un medico ma credo fortemente che il cancro abbia una origine multifattoriale. Cioè penso che la causa sia la somma di: predisposizione genetica, inquinamento ambientale, alimentazione e stress psico-emotivo.
Credere che il disagio interiore sia la causa unica del cancro può essere pericolosissimo. Fosse così, io oggi mi sentirei terribilmente frustrata perché la mia guarigione dipenderebbe non solo dalle cure mediche ma dalla mia capacità di autoanalisi. Perché se non capisco l'origine del disagio, potrei ammalarmi nuovamente, no?
Certo, se io credessi nel Karma, tutto avrebbe un senso e potrei quindi pensare che ciò che non capisco in questa vita, potrei capirlo in quella successiva (a tal proposito, sto leggendo alcuni libri di Daniel Meurois Givaudan). Al momento, però, la mia filosofia di vita non ha ancora fatto propria questa "visione".
Anzi, ribadisco l'importanza di dare una informazione chiara sulle cause del cancro e su quali sono le cure ad oggi esperite.
Anzi, ribadisco l'importanza di dare una informazione chiara sulle cause del cancro e su quali sono le cure ad oggi esperite.