martedì 23 maggio 2017

ri-eccomi, viva, ma ammaccata. ma viva

Finalmente è arrivata una giornata che definisco veramente di primavera. Caldo, il giro d'italia che fa da colonna sonora al mio lavoro, che in alcuni momenti fa fare delle capriole nel mio passato. Oggi passavano per lo Stelvio. Ho sempre trovato quel posto sublime, con quella definizione di sublime che davano quegli scrittori romantici inglesi di metà ottocento. Brullo, bellissimo, ma con una maestosità che incute timore. 
Ecco per me questi 12 mesi di assenza dal web, ma soprattutto dalla scrittura, sono stati come quei 38 tornanti di ascesa al passo dello Stelvio, e sinceramente per certi aspetti non vedo ancora dove sia la tanto, amata, desiderata, discesa. 
In queste 52 settimane, ho ripreso le terapie, ora il mio Jonny si è ingrandito, e mi causa qualche difficoltà epatica che porta con sé alcune giornate di grande fiacchezza, ha richiesto di essere trattato a lungo, accompagnato da un'amica, la mia cistifellea, che ha deciso di regalarmi altre cicatrici e un pò di degenza ospedaliera... e poi mamma. Mamma mi ha sciata sola 4 mesi fa. Si è permessa di addormentarsi, nel sonno di pace, e di lasciarmi qui, senza le nostre discussioni, e senza la mamma. 
52 settimane dove la mia "pazzia" mi ha regalato anche dei momenti meravigliosi, abbracci che non dimenticherò mai fuori da quella chiesa, aver trovato un angelo che si prende cura di me, gli occhi lucidi di mio padre (meraviglioso perché ha svelato una parte di sé), un viaggio ad Amsterdam, senza l'approvazione di nessuno a parte della mia carta di credito, tanti viaggi nella mia macchina, un concorso vinto, e la scoperta di nuove cose di me. I 10 kg che ho perso in queste 52 settimane mi concedono la gioia dello shopping, quello "modalità pretty woman", ma senza quel figo di Richard Gere, ma non ho ancora trovato delle commesse antipatiche come quelle che ha incontrato lei!
52 settimane senza progetti ne scadenze, dove le mie giornate hanno assunto ritmi diversificati a seconda di quello che il mio intestino permetteva di sopportare. Ho sacrificato tanto di me stessa in questi mesi, ho sacrificato amicizie, relazioni, presenza, come con voi che ci leggete, e per questo mi scuso, ma non sarei stata io. Ho imparato ad amare il silenzio della mia solitudine, e questo francamente non so se sia un gran bene! Mi sono smarrita spesso e ritrovarmi non è sempre stato facile. Pensavo che uno dei momenti più duri della mia vita fosse stato il momento della diagnosi, si, ma anche quest'anno con tutto quello che mi ha portato ha abbassato il mio capo spesso. 
E ora, ora si riparte, ora c'è Assisi che mi attende, lei, il profumo del grano, l'aria mistica, che sapranno cullare un pò la mia anima che ha bisogno di carezze dolci. Poi... l'estate e chissà se questa estate sarà più serena della scorsa, chissà se riuscirò a godermela nella mia "pazzia" di sempre. 
Vi abbraccio, con  nessuna promessa di scrivere a breve, perché questo blocco fatico a superarlo. 
Marta